Quantcast
Channel: un libro un mese | Dante Alighieri – Zaragoza
Viewing all articles
Browse latest Browse all 28

‘Il giocatore invisibile’, di Giuseppe Pontiggia

$
0
0

Come già sapete, Un libro, un mese il gruppo di  lettura della Dante di Saragozza compie venti anni. 160 libri letti insieme, 160 serate passate insiame a chiacchierare di letteratura italiana. E quest’anno abbiamo continuato l’avventura con Il giocatore invisibile, di Giuseppe Pontiggia, il primo libro del corso 2014-2015. La storia è assai semplice: un importante professore di filologia classica legge inaspettatamente una lettera anonima su una rivista di settore La voce degli antichi nella quale viene attaccato personalmente sia sul piano tecnico che su quello personale. La lettera, breve e concisa, riesce nell’intento di sconvolgere la vita del professore. Costui ne viene in breve conquistato, giacché le parole sono il suo regno e con le parole sole si poteva far breccia nelle sue più intime convinzioni e divellere i suoi più intimi sentimenti. E’ il crollo, lucido e violento. Chi può essere stato? Perché? Bisogna rispondergli?

Inizia, così, una discesa nell’angoscia, che avvinghierà il professore sino a stritolarlo e imporgli nella mente la necessità di scoprire a qualunque costo il nome dell’autore. Dopo vari tentennamenti, decide di rispondere alla lettera anonima, ma non si sa se questa scelta abbia comportato più danni che benefici. Intanto la sua vita si complica. All’università perde sempre più spesso la calma. I colleghi incalzano, non gli par vero. Nella vita privata la moglie tentenna: lo tradirà? Ma lui è lontano, non trasmette amore, e non comprende più neppure quanto la sua relazione con una studentessa sia un tradimento deplorevole in sé e lo costringa a seguire il discutibile talento poetico della ragazza. I personaggi che lo circondano non sono da meno. E tutti potrebbero essere il suo peggior nemico.

Il protagonista di questo sorprendente romanzo è un professore, mai descritto, mai precisamente delineato nei suoi particolari fisici, mai compiuto sotto un profilo psicologico. È l’unico personaggio che non ha nome né viene descritto fisicamente o psicologicamente, è semplicemente il Professore.  Egli è un uomo medio e peculiare allo stesso tempo. Senza dubbio è un grande filologo, apprezzato nel mondo accademico e anche da chi si interessa alla disciplina, ma umanamente non può dirsi l’immagine stessa di un uomo a cui si  vorrebbe assomigliare. Nonostante ciò, il Professore porta una maschera e si fa molte domande su tutto, in realtà è una persona molto tormentata. Un’altra cosa più che interessante per i nostri alunni sono i dialoghi: sono veramente interessanti i discorsi del Professore con i colleghi. L’ironia è la regina di questi dialoghi.

L’opinione generale sul libro è molto omegenea, tutti coincidono sul fatto che non sanno se il romanzo gli è piaciuto, ma pensani che sia scritto molto bene. Il libro lascia una fine aperta e questo ha deluso  tutti perché aspettavano con ansia di risolvere il mistero di questo giallo psicologico. Per tutti si tratta di un romanzo molto filosofico, psicologico e filologico. Si fa fatica a seguire e capire la storia perchè a volte non si sa chi è chi parla, ma t’invoglia ad andare avanti per sapere chi è il risponsabile e l’autore della critica anonima che fa crollare la vita del Professore.

Nonostante questo, tutti pensano che sia un libro interessantissimo su una discussione filosofica dove l’autore riesce a fare attraente un argomento apparentemente “semplice”. Si può dire che è un “anti-romanzo”, nel senso che la storia sta succedendo durante la lettura, non è un racconto all’uso. Non ci sono riferimenti temporali, è un libro atemporale che racconta una storia che può accadere in qualsiasi epoca.  Non si fanno  nemmenoriferimenti spaziali su dove si svolge (a questo proposito vengono fatte diverse ipotesi per indovinare in quale città avviene l’azione, a vincere è una città del nord che potrebbe essere Milano).

La personalità del Professore va crollando rispetto all´inizio del romanzo, dove l’autore lo presenta come una persona sicura di sè, presuntuosa, nella cima della sua carriera, ma presto perde questa sicurezza e il lettore capisce che nella sua vita, il Professore ha rapporti difficili con i suoi colleghi e con  sua moglie. Per i nostri lettori, tutti i personaggi sono pazzeschi. Cattaneo sembra essere la persona più sincera di tutti e l’unico amico vero del Professore, che lo conosce meglio e gli dice le cose come sono, con una sincerità che colpisce rispetto al resto dei colleghi.

Uno dei nostri alunni sviluppa una teoria per collegare il gioco degli scacchi con l’argomento del romanzo: Il librofin  dall’inizio è una partita a  scacchi dove c’è un giocatore invisibile. Da qui tutto si svolge attraverso il gioco. Ad esempio le case sarebbero le “torri”:i sono in alto (grattacieli) e sono “amiche” o “nemiche” a secondo chi vi abita. Per arrivare a queste case, il Professore sempre deve pasarse sotto portici o cancelli. Tra questi “torri” (grattacieli) ci sono case con giardini, tutte molto particolari. La parte dialettica è la parte intelletuale del gioco. Non c’è quasi azione física. I due “re” sarebbero il Professore e il suo collega Daverio. La dama sarebbe la moglie del Professore. Daverio vuole eliminare il Professore per arrivare alla “dama”.

Poi c’è la teoria del “sacrificio degli scacchi” a cui si fa riferimento alla fine del libro. Questo è un movimiento o tecnica propria dei giocatori di scacchi, che sacrificano un pezzo per ottenerne un altro. In questo caso Daverio invia la lettera anonima sul tradimento della moglie al Professore perchè pensa che se lui si divorzia avrà un’opportunità. Il suo scopo è diventare marito e non amante della moglie del Professore e, per questo, deve eliminarlo. Un altro paragone con questo gioco, è che durante il lungo dialogo tra Cattaneo e Il Professore, a un certo punto, mentre Cattaneo gli consiglia che tipo di risposta deve dare alla persona che ha scritto la critica su di lui, gli dice “non possiamo far capire che ha vinto la partita”. Alla fine, chi perde la partita veramente è Daverio, che dopo il sacrificio degli scacchi e il suo morso (invio della lettera anonima per rivelare il tradimento della moglie) si suicida (“scacco matto”).

Dopo questa esposizione, tutti sono più o meno d’accordo che tutta la storia è una partita ma di nuovo si fa riferimento al fatto che non si sa chi è questo giocatore invisibile che rende deludente il libro. Sebbene tutti gli indizi conducano a Daverio, la fine rimane aperta.

Un’altra cosa molto presente durante tutto il romanzo è la critica al mondo Accademico, che si presenta come un’ambiente molto chiuso, almeno quello dei filologi. Il Professore ha paura per la sua carriera. La critica che appare nella rivista specializzata lo  espone e la mette in rischio. Quello che lo colpisce di più è che diventa pubblico, per questo ha bisogno di rispondere. Vuole farsi capire e dire perchè non è stato esaustivo nella sua spiegazione dell’etimología della parola “ipocrita”. Il peggio non è che questa sia incompleta ma  che è inessata. Il Professore non vuole mostrare le sue debolezze in pubblico ma fin dall’inizio capiamo come man mano avanza la storia le sue certezze crollano.

Il documentarista e regista pisano Stefano Alpini ha cominciato a girare a giugno un film, a chilometro zero, a Pisa, liberamente tratto dal libro Il giocatore invisibile. Il primo incontro dell’anno Un libro, un mese si conclude con l’opinione generale che è un libro con dei bei dialoghi, molto bene scritto ma confuso e difficile da seguire a volte, con troppa psicologia.

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 28